"…por eso he soñado con una obra que no se encajase en ninguna categoria, que en lugar de pertenecer a un género, los contuviese todos; una obra dificil de definir y que habría de definirse justamente por esa carencia de definición; una obra de la tierra en el cielo y del cielo en la tierra; una obra que fuese el punto de reunion de todos los vocablos diseminados en el espacio cuya soledad y desconcierto no podemos ni imaginar; el lugar, más allá del lugar, de una obsesión por Dios, deseo no colmado de un insensato deseo; un libro, por último, que sólo se entregase por fragmentos, cada uno de los cuales fuese el inicio de un libro."

Tratto da El libro de las preguntas – volumen II di Edmond Jabès, ediciones Siruela, El antelibro III, pagina 261. Trovai questo libro in casa di Didac e lo aprii a caso.

Gli ultimi commenti ...

venerdì, giugno 13

QUID MATRIX EST?




Ero piccolo ... avrò avuto diciott'anni.
Chiedevo al mio vicino di casa Ugo (ingegnere e venezuelano) di aiutarmi a ripassare matematica.
Premetto che sono sempre stato un talento naturale, ma stavolta mi ero intoppato sul calcolo differenziale: proprio non mi entrava in testa sta cosa degli integrali e delle derivate. Non capivo a cosa servissero.
Ugo ce la mise tutta, ma purtroppo gli ingegneri (saranno anche bravi nel loro lavoro, per carità) non sono fatti per insegnare, non hanno la dote dei rapporti umani ... anzi, voglio credere che gli sia stata tolta all'atto di iscriversi all'università, così magari qualcuno bleffando se la sia solo nascosta in qualche orifizio segreto.
Vabbè ... fatto sta che un bel giorno, alla mia ennesima perplessità di fronte all'argomento, Ugo mi rivela l'esistenza del calcolo matriciale. Mi dice che ad esempio, per fare prima, si usano le matrici.

...vuoto totale...

Diplomatomi all'I.T.I.S "Michael Faraday" pensai di farmi convincere da un amico ad iscrivermi ad ingegneria informatica all'Università di Tor Vergata (2 ore di mezzi pubblici di distanza da casa mia ... e 2 di ritorno).
Mai commisi errore più grande: il mio amico si ritirò il secondo giorno, io resistetti 2 mesi poi tentai di prepararmi a casa.
Fu l'anno del fallimento, fu l'anno in cui la fenice bruciò per risorgere.
In quanto alla matrice capii un paio di cose importanti: 1) con il calcolo differenziale la faccenda si complica, non si semplifica; 2) è immensa la potenza descrittiva quando la si usa in geometria.

A quella facoltà offrii il palmo della mia mano sorretto dal braccio teso in avanti ed uno sguardo placido da Buddha che sovrastava il pronunciare delle mie labbra: NO

O<-<


Discover Stereophonics!

1 commento:

DRESSEL ha detto...

mi piace la matematica portata all'estremo...diventa filosofia più della fisica. e mi piace anche il quadrato magico; a pompei ce n'è uno

Archivio blog