"…por eso he soñado con una obra que no se encajase en ninguna categoria, que en lugar de pertenecer a un género, los contuviese todos; una obra dificil de definir y que habría de definirse justamente por esa carencia de definición; una obra de la tierra en el cielo y del cielo en la tierra; una obra que fuese el punto de reunion de todos los vocablos diseminados en el espacio cuya soledad y desconcierto no podemos ni imaginar; el lugar, más allá del lugar, de una obsesión por Dios, deseo no colmado de un insensato deseo; un libro, por último, que sólo se entregase por fragmentos, cada uno de los cuales fuese el inicio de un libro."

Tratto da El libro de las preguntas – volumen II di Edmond Jabès, ediciones Siruela, El antelibro III, pagina 261. Trovai questo libro in casa di Didac e lo aprii a caso.

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domenica, marzo 30

In-tenso

- Quanto vorrei ...

Questo ci esce dalla bocca quando guardiamo fuori. Fuori da noi stessi, dal nostro piccolo insieme di cose.
E dalla stanza accanto la solita voce sarcastica:

- Quanto vorresti?
Ma sta zitto che hai un sacco di cose, hai avuto un sacco di cose.
E poi smettila di parlare al condizionale ... dai su! Dimmi qual'e' la condizione per la quale tu vorresti.
Andiamo su, parla!

E tu zitto per due ragioni: la prima e' che ti fa sentire nobile sopportare i soprusi, la seconda invece e' che speri solo che si stanchi di rimproverarti.
Stavolta pero' rispondi acido:

- Ma insomma! Possibile che ogni volta devi punzecchiarmi?
Perche' non la smetti di smontare i miei sogni e non mi dai una mano?

- Ma io lo sto facendo.

O<-<

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