"…por eso he soñado con una obra que no se encajase en ninguna categoria, que en lugar de pertenecer a un género, los contuviese todos; una obra dificil de definir y que habría de definirse justamente por esa carencia de definición; una obra de la tierra en el cielo y del cielo en la tierra; una obra que fuese el punto de reunion de todos los vocablos diseminados en el espacio cuya soledad y desconcierto no podemos ni imaginar; el lugar, más allá del lugar, de una obsesión por Dios, deseo no colmado de un insensato deseo; un libro, por último, que sólo se entregase por fragmentos, cada uno de los cuales fuese el inicio de un libro."

Tratto da El libro de las preguntas – volumen II di Edmond Jabès, ediciones Siruela, El antelibro III, pagina 261. Trovai questo libro in casa di Didac e lo aprii a caso.

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sabato, dicembre 19

Unità personale




Capita che il traffico ti trattenga al seggiolino passeggeri nell'auto di una persona più grande di te, giusto il tempo per un'efficace trasferimento di esperienze.
Di questo si disserta: verità, sincerità, giustizia, conflitto, evoluzione ed altri argomenti di piccola entità.
Per quanto mi potessi battere per la ricerca di un'unità nella vita, mi sono sempre scontrato con un fatto fondamentale, e cioè che il grande bisogno che si ha di essere accettati in toto dagli altri cozza con il fatto che gli altri non vogliono avere a che fare con "tutto" ciò che sono.
Mi spiego meglio, d'altronde si procede sempre per tentativi ...
Tutti dicono buone cose di me, che sono bravo intelligente, gentile, educato, generoso, poi se un giorno mi rode e dico veramente cosa penso allora è uno scandalo.
Dico sempre "SI" e se dico "NO" vengo combattuto con fucili e cannoni ... soprattutto da chi voglio bene. Una forma di ricatto morale implicito nei rapporti umani, secondo i quali per una stabilità nel tempo una delle parti deve cedere all'altra. O forse non ci ho capito nulla del "compromesso".
Ma come si fa a dire al mondo "EHIIIIIII! IO SONO COSI'!!!", "MI DOVETE ACCETTARE!!!", non ho una risposta.
Negli anni, parti di me (che io definisco "inaccettabili") hanno continuato la loro vita parallelamente, di nascosto e a volte - inutile negarlo - hanno provato ad emergere ... soprattutto in mia difesa.
Ma ti rendi conto? Se sei buono ti tirano le pietre, se sei cattivo ti tirano le pietre ...
Allora con che diritto si condannano Marilyn Manson, Rocker Duck, il Joker, il Diavolo e tutti i "cattivi" di questo mito personale che è la vita? Anzi correggo il tiro dicendo che poi il problema si pone quando la vita e la società non coincidono nello stesso mito, quando i due racconti offrono diverse testimonianze e poi si va in giudizio ...
A questo punto chi è il giudice? Chi è in giuria? Chi è l'imputato? E gli avvocati? Allora aveva ragione Kafka a raffigurarsi in uno scarafaggio, magari sbagliava nel sentirsi in colpa. Dopotutto l'uomo è ben più infestante.
Ok, andiamo avanti, non volevo iniziare dei "giudizi universali".
E' importante a questo punto partire dal mio motto più recente: "Se fossi maleducato sarei sicuramente una persona in gamba".
A pensarci bene dovrei dire "diseducato" ma per semplicità lo lascio così, anche perchè delle regole generali non si applicano mai bene alla praticità della vita ... e con questo voglio solo essere polemico contro la "truffa educativa" a cui siamo sottoposti visto che poi per ricevere i regali di Natale si casca nel tranello del "fare il bravo" ma poi da grandi ci si rimette due volte: scopri che Babbo Natale non esiste e che i "cattivi" (quindi i "mal-educati") ottengono sempre tutto ciò che vogliono. Ma oramai sei stato programmato e quindi ti attacchi al tram ... non serve più che ci siano Mamma e Papà a dirti che non si fa ma addirittura c'è un "chi per loro" dentro la tua coscienza, un sistema operativo simile a Windows che funziona male di proposito.
C'è anche un'altra grande fregatura, quella di credere che ci sia una dualità definita fra male e bene ... MA SVEGLIAAAAAAAAA! E la relatività? E la meccanica quantistica? Ma i filosofi di oggi dormono in piedi? Anzi, mi chiedo e domando ... ne esistono?
Il Bene e il Male non esistono! Esistono se li pensi ... e allora non pensarli!
Poi succede questo, tu combatti contro tutto te stesso con tutto te stesso per migliorarti e cambiare, affronti grandi rivoluzioni e intestini auto-da-fè e poi ... e poi invece di incoraggiarti e di apprezzarti il resto del mondo, soprattutto chi ti è più caro e vicino, non ti capisce, ti crede pazzo, intollerante, rabbioso, insensato.
Frasi come "ma a me non ci pensi?", "si è sempre fatto così", "sono cose di famiglia" e tante altre non dette, ma di cui se ne percepisce la presenza, sono un'indice di questo insopportabile STATUS QUO, di questa pigrizia inerte dell'anima contraria ad ogni cambiamento, di questa paura di rischiare.
Alla fin fine non sto parlando di nulla di eclatante e nemmeno della legittimazione dell'illecito, ma solo ed esclusivamente dell'eliminazione dell'ipocrisia.
Personalmente mi ci sento costretto ad esserlo, costretto a non essere me stesso con i miei desideri per non far soffrire chi ho accanto.
Se dico che Roma fa schifo divento impopolare, se dico che voglio rimanere solo sono uno stronzo egoista, se dico a qualcuno di stare zitto e di non ammorbarmi con delle chiacchere lamentose trite e ritrite allora sono crudele (poi guai a lamentarsi eh?), ma insomma ... tutto il resto di me? tutto ciò che della mia sferica personalità non è incluso nella più gestibile e miope visione bidimensionale che se vuole avere? Ma insomma vi interessa? Vi rendete conto che sto per esplodere? Ci tenete a me così tanto da volermi accettare nella mia interezza e senza timore?
Caro lettore, tu che capiti qui per caso o per tuo curioso masochismo, non darmi una risposta (o un commento) proveniente dal tuo lato "buono/standard", a me interessa tutto il resto.

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