"…por eso he soñado con una obra que no se encajase en ninguna categoria, que en lugar de pertenecer a un género, los contuviese todos; una obra dificil de definir y que habría de definirse justamente por esa carencia de definición; una obra de la tierra en el cielo y del cielo en la tierra; una obra que fuese el punto de reunion de todos los vocablos diseminados en el espacio cuya soledad y desconcierto no podemos ni imaginar; el lugar, más allá del lugar, de una obsesión por Dios, deseo no colmado de un insensato deseo; un libro, por último, que sólo se entregase por fragmentos, cada uno de los cuales fuese el inicio de un libro."

Tratto da El libro de las preguntas – volumen II di Edmond Jabès, ediciones Siruela, El antelibro III, pagina 261. Trovai questo libro in casa di Didac e lo aprii a caso.

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mercoledì, ottobre 22



"Tutto è iniziato ..."
Qualunque scrittore all'americana inizierebbe il suo racconto così. Io non sono americano, nè tantomeno scrittore.
Potrai semmai ripeterti nella testa, mentre leggi questa serie di simbolini, che sono bensì scritto.
La chernobyl tenuta insieme dal mio cranio sforna macchie sulla parete, proietta luci e curva le linee verticali della vecchia e variopinta carta da parati.
Sono in una stanza. La finestra è aperta. Ci clicco sopra e si apre un discorso ...

Ho deciso volontariamente di rivisitare un blog di cui sono ammiratore e che provoca in me un senso di inadeguatezza: http://ventitre.noblogs.org/ e ho trovato questo post


08 Ago, 2008
Le sette regole dell'arte di ascoltare
maya, magick, testi — Inviato da george @ 08-08-2008 - 08:08
Volentieri citiamo Marianella Sclavi:
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sè.


Tutto ciò dopo essermi gustato un DVD con un intervista fatta ad Alejandro Jodorowsky. Direi una sorta di momento magico.

E se decidessi di dipingere il mio autoritratto su una tela bianca col mio sperma? Cosa penserebbero di me? Avrei mai le palle per curare la mia esigente infanzia? Diventerei mai John Malcovitch? Al divenire noi stessi nei nostri stessi panni troveremmo solo risposte.

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